Scienza

Il caffè e il colesterolo cattivo

Cafestol e Kahweol, i principlali responsabili dell’aumento di colesterolo cattivo, avrebbero anche notevoli capacità curative per il nostro organismo

Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo e per quelli come noi è anche una delle più apprezzate, ma avete mai sentito parlare di Cafestol e Kahweol? 

Per chi non lo sapesse, è stato stimato che nel caffè tostato sono presenti più di 2000 componenti e 900 sono responsabili dell’aroma che ci fa sorridere al mattino quando prepariamo la nostra tazza di caffè preferito.

(ALVES; CASAL; OLIVEIRA, 2009; TOLEDO, PEZZA, PEZZA; TOCI, 2016)

Diversi ricercatori concordano sul fatto che i Lipidi presenti nel caffè, sono gli ingredienti chiave del suo aroma, oltre che a conferire altre caratteristiche come cremosità, mouthfeel, consistenza e formazione della crema

(CHENG et al., 2016; FOLSTAR, 1985; LITMAN; NUMRYCH, 1978).

Alla fine degli anni 80 e stata trovata una correlazione tra il consumo di caffè e l’aumento di colesterolo presente nel sangue (ARO et al., 1987; ZOCK et al., 1990) e successivamente verso la fine degli anni 90 (Urgert et al. 1997) si e scoperto che l’aumento del colesterolo cattivo (LDL), dipende principalmente dalla presenza di due Diterpeni (grassi): Cafestol e Kahweol (specialmente dal Cafestol)

Bisogna anche specificare che il livello di lipidi presenti, dipende principalmente dal metodo di preparazione, ma il livello di tostatura e la quantità di caffè utilizzato, hanno sicuramente un certo impatto sul contenuto finale.

Il contenuto più alto di Cafestol e stato riscontrato nel caffè espresso mentre il piu basso nel caffe filtro, poiché la carta trattiene gran parte degli oli che vengono estratti. Probabilmente Peter Schlumbohm, inventore tedesco, ci aveva visto giusto creando per il suo Chemex una carta filtro più spessa.

Tuttavia, da una prospettiva più completa, diversi studi hanno dimostrato che Cafestol e Kahweol, nonostante la loro attività avversa sull’aumento del colesterolo, mostrano anche diverse attività farmacologiche tra cui: antinfiammatoria, antitumorale e anti angiogenica.

Riferimenti:

https://www.mdpi.com/1422-0067/20/17/4238

http://sbicafe.ufv.br/handle/123456789/12089