Cosa accade alla caffeina che sta circolando nel sangue e diffondendo in tutti i nostri tessuti? Quello che accade ad ogni principio attivo.
In parte, interferisce con le reazioni chimiche in corso nel nostro organismo (la cosiddetta farmacodinamica, che sarà un prossimo capitolo di questa rubrica!), in parte viene modificata e trasformata in altri composti, ed in parte viene eliminata.
Dall’assorbimento nell’apparato digerente, raggiunge il circolo sanguigno. Si incanala nel “circolo portale” e passa subito attraverso il fegato. Qui molti dei composti potenzialmente dannosi che ingeriamo (ed anche alcuni farmaci) vengono subito in gran parte inattivati dal fegato.
Ma la caffeina non subisce questa sorte. L’effetto di primo passaggio epatico non la scalfisce se non in minima parte. E questo è in parte sorprendente, perché la degradazione e l’eliminazione della caffeina siano processi a carico del sistema microsomiale epatico. Questo sistema non è che un complesso insieme di enzimi che degradano le molecole e ne permettono l’eliminazione dall’organismo.
Quel sistema che fa sì che gli effetti farmacologici siano transitori e che, per esempio, una sbornia – prima o poi – passi. Anche gli effetti della caffeina terminano grazie a questo complicato sistema.
Come si diffonde la caffeina
Dopo l’ingestione, il picco di concentrazione plasmatica di caffeina si raggiunge in un tempo variabile tra 15 e 120 minuti. La variabilità è dovuta a marcate differenze tra individuo e individuo nonché alle possibili differenze di condizione al momento dell’ingestione (per esempio i tempi di transito nello stomaco, che differiscono in base alla distanza da un pasto e dalla entità dello stesso).
A questo punto la caffeina è dappertutto. Nel sangue, nel cervello, nei muscoli, nei testicoli, nelle mucose, nelle secrezioni, nelle ossa nonché in un eventuale feto.
Nei vari tessuti la caffeina partecipa a delle reazioni chimiche, ma questo argomento esula dalla farmacocinetica e, sebbene siano proprio queste reazioni il motivo principale che ci spinge ad assumere la caffeina, lo tratteremo in un prossimo articolo.
Vediamo invece quale sorte tocca alle molecole che rimangono in circolo.
Molti composti vengono eliminati con le urine attraverso la filtrazione renale. Nei reni, la parte liquida del sangue viene filtrata nei tubuli. Dal filtrato, il nefrone (unità funzionale composta da uno dei milioni di tubuli che fa questo lavoro in ogni rene) recupera gran parte dell’acqua, insieme a molti ioni e molecole che il corpo ha bisogno di trattenere. Tra queste, guardacaso, c’è anche la caffeina.
Se ne deduce che l’eliminazione renale della caffeina è pressoché trascurabile (tra lo 0.5% ed il 2%).
Abbiamo sempre più l’impressione che il corpo lasci entrare amorevolmente questa molecola e non voglia più separarsene!
A breve la terza e ultima parte! Ti sei perso la prima parte? Eccola qui