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Speciale “i mestieri del caffè” | Lo spedizioniere

Proseguiamo gli speciali dedicati alle diverse figure professionali all’interno della filiera del caffè parlando di uno dei mestieri forse più complessi per quanto riguarda la commercializzazione del caffè, ovvero quella dello spedizioniere.

Dovendo attraversare oceani e diversi ostacoli dal punto di vista logistico prima di arrivare a destinazione nei porti di consumo, le operazioni che coinvolgono l’attività di uno spedizioniere non sono affatto banali e richiedono di conseguenza un elevato livello di specializzazione e conoscenza.

Il porto di Trieste



Tanto per cominciare iniziamo col distinguere due tipologie di attività che lo spedizioniere si ritroverà a dover svolgere, la prima è quella puramente logistica (in inglese denominata “freight forwarder”) mentre la seconda è quella del cosiddetto “doganalista” o spedizioniere doganale. Da un lato quindi si tratta di rendere agevole lo spostamento delle merci da un continente all’altro senza intoppi e nel modo più efficiente possibile, dall’altro svolgere ed espletare tutte le pratiche e mandare avanti tutta la documentazione necessaria per l’importazione di queste merci che devono superare le barriere doganali interposte tra gli Stati. Sono due attività ben distinte ma che tra di loro devono andare a braccetto per rendere il servizio ai propri clienti in maniera impeccabile.

La logistica nel caffè


Dovendo viaggiare dai Paesi di produzione ai porti dei Paesi di consumo la logistica per quanto riguarda il caffè è tutt’altro che trascurabile. Gli importatori, avvalendosi degli spedizionieri, rendono disponibili le diverse varietà di caffè presso i diversi porti in modo da rendere poi più semplice e veloce la consegna o il ritiro dei lotti da parte dei torrefattori. Lo spedizioniere spesso non gestisce di persona i diversi passaggi ma lo affida a terzi e anche se agli occhi del cliente finale possa apparire come un unico processo spesso il servizio coinvolge diverse parti.


Andiamo però con ordine: il mese scorso abbiamo approfondito il mestiere del “crudista” o importatore. Quest’ultimo necessita di una figura che gestisca per suo conto il trasporto e l’arrivo della merce: è qui che entra in campo lo spedizioniere. Viaggiando per nave, i lotti di caffè necessitano di essere posizionati all’interno di un contenitore per poi essere imbarcati. L’attività dello spedizioniere quindi spesso inizia dalla prenotazione di uno spazio su nave (“booking”) attraverso il mediatore marittimo (“freight broker”) per conto dell’importatore che quindi riceverà la polizza di carico (“bill of lading”) emessa dalla compagnia marittima che descrive il contenuto presente all’interno del contenitore e ne attesta la proprietà. All’arrivo delle copie originali di questi documenti l’importatore si impegna a pagare la merce al fornitore, normalmente con formula CAD (Cash against documents) oppure con lettera di credito bancaria. L’attività dello spedizioniere è quindi soprattutto aggiornare le parti coinvolte in una spedizione e non solo necessariamente spostare le merci da una parte all’altra del globo. Un bravo spedizioniere è fondamentalmente chi agisce per conto di un cliente senza che quest’ultimo di accorga dei diversi passaggi che ci sono stati nello spostamento della merce. La stipula di un contratto di assicurazione per coprire la merce da eventuali rischi legati al trasporto sarà invece compito del proprietario della merce stessa (a meno che non si tratti di merce resa con condizione CIF che include nel prezzo di acquisto le pratiche di imbarco “COST – FREIGHT” e l’assicurazione “INSURANCE”)

Lo spedizioniere avrà dunque poi il compito di controllare per conto del cliente che la merce una volta giunta a destinazione sia priva di avarie e integra e procedere di conseguenza allo stoccaggio in porto o alla consegna presso un magazzino esterno a seconda delle disposizioni ricevute. Prima dello scarico della merce dalla nave però subentra la seconda figura determinante nell’attività dello spedizioniere, ovvero quella dello spedizioniere doganale conosciuto anche come “doganalista”. È quest’ultimo infatti che verifica i documenti e svincola lo scarico della nave all’interno dell’area portuale.

L’attività del “doganalista”


Lo spedizioniere doganale è una figura regolarmente iscritta presso un albo professionale specifico istituito con legge 22 dicembre 1960, n.1612 e deve possedere una regolare patente per esercitare la professione ottenuta mediante esame ministeriale. Ad esso è quindi delegata la rappresentanza legale del proprio cliente in dogana che è legata per via telematica all’agenzia delle entrate. “L’attività in dogana è diventata molto più leggera ora rispetto a un tempo per l’abbattimento di molte barriere doganali e per il fatto che ormai tutto è svolto per via telematica” dice Giuseppe del Latte, presidente del C.d.A. di Donelli Group “di conseguenza il nostro lavoro è spesso anche quello di fornire consulenza e supporto alle aziende che si occupano di import / export. Questo è stato il cambiamento più importante nel corso degli ultimi anni in cui l’apertura dei mercati ha di fatto eliminato molte dogane. L’attività di uno spedizioniere doganale deve essere in costante aggiornamento dal momento che è legata alle leggi del diritto internazionale e quello doganale.”


Dal momento dell’arrivo e dello svincolo della nave in porto iniziano quindi le operazioni di controllo del prodotto che deve ricevere il nulla osta sanitario dalle autorità competenti per poter quindi avere il via libera alla commercializzazione. Per ogni lotto di caffè nazionalizzato che quindi esce dall’area portuale lo spedizioniere doganale rilascerà il documento di sdoganamento da presentare alle autorità alle barriere.

Servizi accessori da parte dello spedizioniere



Una volta libera la merce viene tenuta in custodia pressi i magazzini dello spedizioniere nell’area portuale o immediatamente adiacente, oppure consegnata secondo le disposizioni del proprietario della merce. Prima di essere immagazzinata la merce può essere ripulita attraverso macchinari di selezionatura densimetrica e ottica e quindi reinsaccata in tele nuove, in big bag o nelle celle del silo a seconda dell’utilizzo e destinazione di quel determinato lotto di caffè.
“Nel corso degli ultimi anni il nostro compito è stato tra gli altri anche quello di seguire e cercare di anticipare i trend di mercato che hanno profondamente cambiato il modo di lavorare la merce” – dice Riccardo Marchesi, amministratore delegato di Pacorini Silocaf – “da cui sono infatti risultati i nostri impianti di lavorazione per il caffè presenti in tutto il mondo. La nostra posizione privilegiata che ci posiziona esattamente nel mezzo tra i Paesi produttori e le torrefazioni ci permette di avere una panoramica su tutto il mercato e di conseguenza riuscire ad anticiparne le necessità specifiche”
In alcuni casi lo spedizioniere può avere al proprio interno un laboratorio per il controllo qualità del prodotto in modo da verificare per i propri clienti sia le qualità fisiche che quelle organolettiche delle merci. Sempre più spesso infatti l’attività dello spedizioniere cerca di offrire un servizio che copra tutta la supply chain per i propri clienti che va dall’assistenza all’importazione dai Paesi produttori fino al controllo qualità finale del prodotto.