Sostenibilità è la parola che contraddistingue l’industria dell’espresso italiano. È infatti su questo binario che le più importanti imprese della filiera stanno da anni investendo sotto vari aspetti. A tirare le fila di questo aspetto è l’Istituto Espresso Italiano (IEI), l’associazione che sotto al proprio marchio raccoglie 37 aziende che rappresentano tutta la filiera e che con loro porta avanti il concetto di qualità del prodotto, ma anche di come viene comunicato al consumatore finale, in Italia e nel mondo.

«Forse sostenibilità è una delle parole più utilizzate negli ultimi anni, ma quella che stanno perseguendo le imprese della nostra filiera è qualcosa che va oltre le solite buone pratiche – sottolinea Carlo Odello, direttore generale IEI – si parla infatti di azioni che guardano all’etica del lavoro, passando per il rispetto dell’ambiente e infine del consumatore stesso perché l’obiettivo della qualità del prodotto passa per una serie di azioni anch’esse di qualità».
Dalla scelta del biologico agli investimenti per azzerare le emissioni: così guardano al futuro le imprese del settore.
Sono tante e variegate le attività che le aziende del caffè stanno mettendo in atto per raggiungere il concetto di sostenibilità.
Chi per esempio come Caffè Haiti Roma, tra le prime torrefazioni ad aver investito nel biologico, sta portando le emissioni di CO2 a una riduzione del 70%, oltre ad aver abbattuto i fumi di produzione con un post-combustore del metano utilizzato.

Ginevra Geracitano, responsabile marketing di Caffè Haiti Roma:
“Il mio desiderio è che il mercato del caffè, che rappresenta forse una delle filiere più lunghe al mondo, possa diventare un esempio di sostenibilità creando delle soluzioni creative ai problemi ambientali e sociali che stiamo vivendo al momento. Come azienda vogliamo prendere molto sul serio questo impegno. Ad esempio, uno dei nostri scopi per il futuro è di avere uno stabilimento interamente green e a zero emissioni, prediligere l’utilizzo di materiali riciclabili, e avere mezzi di trasporto elettrici. Allo stesso tempo, per sostenere la parte più vulnerabile della filiera di cui facciamo parte, vogliamo avviare al più presto dei progetti di sviluppo sociale nei luoghi di coltivazione legati alle nostre miscele, progetti che già sosteniamo indirettamente tramite il circuito Fairtrade.”
Costadoro lo scorso anno è stata tra le prime aziende a presentare il report di Corporate Social Responsibility, un’attività rivolta soprattutto al piano sociale che ha riguardato il rapporto con tutti i collaboratori e dipendenti ed è quello che ha portato al progetto Costadoro RespecTo, una miscela che dalla raccolta dei chicchi fino al caffè in tazzina guarda ai diritti dei lavoratori coinvolti.
Giulio Trombetta, Amministratore Delegato di Costadoro:
“Siamo soddisfatti di poter presentare il nostro primo report di Corporate Social Responsibility perché siamo consapevoli che oggi un’azienda per essere riconosciuta come eccellente ha il dovere di essere anche socialmente utile. Questo ci motiva ulteriormente a portare avanti con ancora più determinazione i nostri progetti e le nostre attività per crescere e apportare il nostro contributo positivo a tutti i livelli”.

La Genovese ha creato un sistema virtuoso di salvaguardia ambientale supportando le piccole comunità del caffè oltre che installare una macchina per la torrefazione che rilascia aria pulita alla fine del ciclo produttivo.

“La sostenibilità è in azienda uno degli impegni che portiamo avanti da tempo con forza e convinzione e non solo a livello tecnologico.
Dal 2018 abbiamo introdotto anche nel canale horeca una pregiata miscela 100% Arabica certificata bio e UTZ. Juta caffè Bio è il frutto di oltre un anno di lavoro, fatto di ricerca, selezione, prove, perché volevamo offrire al barista un caffè di altissima qualità, perfetto in tazza per l’espresso italiano. E ci siamo riusciti, conquistando pochi mesi dopo la Gold Medal dell’International Coffee Tasting. Per noi è stato un segnale importante, che ci spinge a continuare a lavorare in questa direzione: creare un espresso italiano di qualità, rispettoso delle persone e del pianeta, equo per chi produce, economicamente sostenibile.”
Rancilio Group da anni ha una linea green con investimenti diretti alle risorse naturali e con l’utilizzo per la produzione di energie da fonti rinnovabili (dal 2020 il quartier generale di Rancilio è CO2 free al 100%). Da diversi anni i fondi di caffè vengono recuperati e utilizzati per la produzione di concime naturale.

Ruggero Ferrari, Ceo di Rancilio Group, commenta così:
“La sostenibilità per Rancilio Group è una responsabilità che tocca tutte le aree del nostro business a livello globale e come cardine della nostra vision, ci accompagna verso la definizione di un nuovo modello di sviluppo che possa equilibrare gli interessi economico-finanziari, ambientali e sociali”.
Anche le imprese costruttrici sono impegnate nella sostenibilità, come nel caso di Wega Macchine per Caffè che ha investito in macchine dal basso impatto energetico (risparmiando fino a quasi il 50% dei consumi elettrici) oltre che a sistemi di recupero delle acque utilizzate per i collaudi. Il packaging è stato sostituito passando da plastiche a cartoni riciclati.

Riccardo Ferraris del Marketing di Wega:
“Da anni Wega si impegna a ridurre l’impatto ambientale durante la produzione e ad avere un approccio eco-sostenibile a tutto tondo anche in azienda, compresi gli uffici e gli ambienti lavorativi.
I piccoli gesti quotidiani guidano i grandi cambiamenti.
Se bere una tazza di caffè espresso al mattino può rivoluzionare la nostra giornata, così anche le azioni più semplici possono contribuire alla salvaguardia delle risorse del nostro pianeta.”