Un laboratorio per la produzione di caffè, dove non c’è nemmeno l’ombra di caffè. A Seattle, nella sede della startup Atomo Coffee, una squadra di scienziati ha analizzato i chicchi dal punto di vista chimico e ha individuato i composti da cui derivano colore, aroma e gusto della bevanda che ne viene estratta. Ebbene, questi composti sono presenti anche in altri elementi naturali.
Così, dopo più di due anni di lavoro, i ricercatori sono riusciti a creare una “miscela molecolare” praticamente identica (assicurano loro) al caffè: si utilizzano ingredienti riciclati, come gusci di semi di girasole e semi di anguria, che subiscono un processo brevettato fino a riprodurre le tipiche caratteristiche del caffè. Caffeina compresa.
Andy Kleitsch e Jarret Stopforth, fondatori della startup, annunciano che il loro prodotto arriverà sul mercato entro l’anno in forma di lattine di caffè freddo; ma hanno in programma di espandersi a macinato e grani interi. L’intenzione è di anticipare una tendenza. L’industria del caffè, infatti, vale 100 miliardi di dollari, ma è una delle più vulnerabili rispetto al cambiamento climatico.
Le piante da cui nascono i chicchi di Arabica prosperano in regioni fredde, con stagioni piovose e secche separate, che il riscaldamento globale sta cancellando. Secondo un rapporto del 2019 del Royal Botanic Gardens di Kew (Regno Unito), l’Arabica perderà almeno il 50% del suo habitat nei prossimi settant’anni. E se i coltivatori spostano le piantagioni alla ricerca di temperature più fresche, aumenta la deforestazione.
fonte: La Repubblica
FRESHMEDIA SRLS
Via M.R. Imbriani, 9
34122 Trieste
P.IVA / C.F. 01348110329