La finalità dell’app è quella di aiutare il gestore nel conteggio del reale costo di una tazzina di espresso tenendo in considerazione fattori come il volume di vendita, l’energia elettrica, il personale e altro ancora. Completamente gratuita, a detta dell’autore il suo scopo è quello di smuovere chi è ancora convinto che il prezzo della tazzina giusto sia 1€.
“Spero che grazie a questo strumento ci sia una presa di coscienza da parte dei gestori su ciò che somministrano – commenta Alex Maronese. Ho sentito spesso paure legate ad adeguare il prezzo, si dice che se troppo alto il consumatore si fa il caffè a casa, ma quante volte entrano nel bar per consumare una bevanda che trovano ad un quinto del prezzo nel supermercato vicino? Il gestore deve prendere coscienza che l’espresso non è un servizio obbligato a fare ne una medicina con un prezzo calmierato”.

“Ora non voglio dire che il basso prezzo della tazzina sia la causa di tutti i mali, ma sicuramente non si dovrebbe accettare un espresso sotto un certo prezzo di vendita – continua Maronese. Io personalmente non sono d’accordo con chi ipotizza un prezzo giusto, sono più per un prezzo differenziato che rispecchi la qualità. Per me il prezzo minimo del caffè non dovrebbe essere al di sotto 1.20€, sennò ci rendiamo corresponsabili, ad esempio, per un lavoro spesso non correttamente retribuito”.
“Dovrebbe anche costare 1.50€ 2€ o 5€ se la tazzina è fatta da una materia prima particolarmente pregiata, con un attrezzatura capace di esaltarla ed un barista qualificato a valorizzarla. Vendere specialty sovraestratti a 1,8€ solo perché la materia prima è pregiata è una cosa che ultimamente ho visto troppo spesso“ – conclude.
Infine Maronese aggiunge: “ho la speranza che alzando il prezzo dell’espresso i baristi stessi gli daranno più valore e si impegneranno di più nel farlo, nel gestirlo e nello studiarlo.”