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Il caffè? A casa grazie! Trend e scelte etiche dietro a un nuovo stile di consumo

Non serviva la pandemia a metterlo sotto gli occhi di tutti; gli italiani amano bere il caffè a casa propria, immersi nei comfort e negli agi del vivere domestico. In questo spazio, De Longhi è tra i leader a dettare i nuovi asset del piacere casalingo del caffè.
caffè filtro

Fino a dieci anni fa affollavamo i bar e tiravamo sgomitate a chiunque pur di accaparrarci un posto in prima fila al bancone, mentre con un braccio teso e lo scontrino sventolante cercavamo di conquistare l’attenzione di un barista dallo sguardo paonazzo. Insomma, riuscire a bere il nostro caffè mattutino in mezzo alla baraonda era una soddisfazione per i sensi che interrompeva per una manciata di secondi la frenesia di inizio giornata. Il caffè al bar era quasi un obbligo, una scatola mentale, un piacere irrinunciabile se vogliamo: non potevamo farne a meno prima di recarci in ufficio, in fabbrica o a scuola. Per molti era anche un modo per fare due chiacchiere di convenienza con il vincitore che, insieme a noi, era riuscito ad accaparrarsi un posto al bancone.

Poi sono subentrate le macchine del caffè, le cialde e i gusti personalizzati. Pian piano, mentre gli acquisti per il caffè casalingo trovavano un loro spazio nel mercato, i clienti del bar scemavano. Il momento del caffè al bar trasferiva tutta la sua concentrazione sui momenti di piacere e di socialità, ma non aveva più quasi a nulla che vedere con la necessità di fare colazione. Non più un surplus esclusivo, ma una pausa garantita, un minuto con noi stessi e con il lusso di regalarsi un momento di quiete nel bel mezzo della giornata, o prima di iniziare una riunione. Insomma, abbiamo iniziato a consumare il primo caffè della giornata a casa, con ancora le pantofole addosso e lo sguardo perso oltre la finestra.

E infine, due anni fa, la pandemia. Inutile ora dire parole già dette e ricordare per l’ennesima volta quanto questo avvenimento abbia cambiato radicalmente il nostro modus operandi quotidiano. Ma è esattamente quello che è successo. Anche la manciata di clienti fissi del bar che preferivano fermarsi cinque minuti a bere il caffè hanno dovuto fare i conti con lockdown e quarantene. In sostanza, abbiamo smesso di andare al bar per un lungo periodo e questo, chi più chi meno, ha portato inevitabilmente a consumare il nostro caffè sempre a casa.

Trend di consumo: il caffè delle macchine domestiche

In genere, ciò che differenzia il caffè a casa e quello al bar è la corposità. Quando lo preparavamo con la moka la differenza era non solo nel gusto, ma anche nel primo sguardo: il caffè della moka è più liquido, meno corposo e senza quella “cremina” che di solito piace tanto. Da quanto però abbiamo iniziato a preparare il caffè con le macchine da casa, la storia è cambiata. Il caffè espresso assomiglia sempre più a quello che bevevamo al bar, sia nel gusto che nella corposità, e la possibilità di scegliere aroma e lunghezza rende il momento del piacere quotidiano personalizzato.

Oggi possiamo scegliere fra dozzine di gusti e aromi, ci lasciamo coinvolgere dalle confezioni colorate e dai brand più esclusivi, facciamo sì che bere il caffè a casa sia un tutt’uno con l’arredamento casalingo e con i nostri comfort personali. D’altronde le macchine per il caffè, sebbene non raggiungeranno mai pressione e temperatura di quelle professionali da bar, non lasciano nulla al caso: oggi sono in grado di regalarci tante funzioni diverse quanti i gusti del singolo: chi lo preferisce corto in tazza grande, chi lungo in tazza piccola, chi lo vuole delicato ma saporito e chi lo beve nero e forte. La macchinetta è in grado di soddisfare tutte queste richieste e molte altre con il semplice ausilio di un tasto da premere. Questo è proprio il motivo per cui nel biennio 2020-2021 i maggiori marchi di caffè hanno scelto di produrre macchine sempre più sofisticate e complesse; sapevano bene che il trend non si sarebbe fermato e che il consumatore avrebbe richiesto più funzioni possibili per soddisfare le proprie richieste come al bar. Solo che al posto del barista adesso c’è uno strumento personalizzato ed elegante sempre pronto all’utilizzo.

Caffè consumato a casa fra cialde e chicchi interi

Siamo dunque arrivati a un grande binomio nel mondo di chi consuma il caffè a casa: la scelta fra capsule e chicchi interi. Partiamo dalle prime. Le capsule sono infinitamente comode, si prestano benissimo alla monoporzione e ciò quel che convince migliaia di consumatori a farne una scorta stagionale è che ce n’è una per ogni gusto. Ne escono di nuove ogni giorno, perciò i veri appassionati di caffè domestico hanno ormai imparato a riconoscere i gusti inimitabili da quelli nati solo perché “di tendenza”. Solitamente si acquista prima la cialda che si preferisce, e poi la macchinetta: così facendo, si può essere certi di avere una capsula sempre compatibile con il macchinario. Certo, molte marche di caffè creano le proprie macchine compatibili con la maggior parte delle capsule presenti sul mercato, così da dare all’acquirente una quanto più ampia scelta, ma alcuni grandi brand preferiscono rimanere esclusivi e danno alle proprie macchinette un solo tipo di capsula, così da obbligare chi acquista il loro prodotti a rimanere fedeli alle cialde brandizzate.

Il caffè in chicchi per macchinette, invece, è tutto un altro paio di maniche. Intanto, non si presenta affatto monoporzione, ma va dosato e pesato e, di quando in quando, anche la macchinetta ne va rifornita, prima che inizi a macinare l’aria (producendo un rumore davvero agghiacciante). Inoltre, i chicchi interi forniscono meno possibilità di scelta fra personalizzazioni e aromi perché appunto, sono chicchi e non miscele. Le confezioni di solito vengono vendute da un kilo, ma si trovano anche da cinque o di più. Insomma, è una spesa pesante in termini di sollevamento pesi, ma che grava meno sul portafoglio rispetto alle cialde, che invece hanno un prezzo di mercato piuttosto alto. Certo, tutto dipende dalla quantità, qualità e brand che si decide di acquistare.

Le confezioni di chicchi da macinare hanno però un piacevole risvolto per il pianeta: sono più sostenibili. Se ragioniamo in termini di consume and waste, è impossibile negare che le cialde (tranne quelle biodegradabili) sono piuttosto inquinanti per gli ecosistemi, e difficili da smaltire fra plastica, alluminio e indifferenziata. Ce lo conferma Zeno Adami, del gruppo marketing di De Longhi: “c’è un trend di forte incremento del caffè di qualità in chicchi, anche prima del Covid-19 […], in particolare nel 2021 le persone scelgono il caffè in chicchi per tante motivazioni, anche per rispetto del pianeta”. I chicchi sfusi sono invece sostenibili perché, tranne la confezione (che va smaltita di solito insieme alla plastica), non producono scarti né rifiuti. Scegliere i chicchi interi significa, sotto molti aspetti, fare del bene al pianeta. Sì al caffè, no agli sprechi!

Il Gruppo De’Longhi e l’attenzione al consumatore

Il Gruppo De’Longhi è tra i principali player globali nel settore del piccolo elettrodomestico e la loro specializzazione nel mondo del caffè ha raggiunto risultati davvero notevoli negli ultimi anni. Una macchina De’Longhi nel proprio angolo cucina è un lusso e un vezzo di design che non passa inosservato di fronte agli ospiti. Dal punto di vista della comunicazione De’Longhi cerca di aiutare il consumatore finale nella scelta della macchina che meglio soddisfa i suoi piaceri e le sue necessità. La De’Longhi Perfetto è ancora considerata la migliore macchina per il caffè fatto in casa, seguono il modello Magnifica e quello Dedica. Senza voler fare una statua al marchio, rimane certo e innegabile che questa regala agli amanti del caffè un’esperienza multisensoriale che il bar spesso non è più in grado di darci. Grazie a una straordinaria gamma di nuovi modelli intelligenti e raffinati riusciamo a vivere il nostro momento intimo del caffè come una vera e propria benedizione.

Sempre Zeno Adami ci racconta un po’ quello che è stato il processo per De’Longhi nell’ottica della comunicazione del brand: “sicuramente De’Longhi ha avuto un ruolo nel corso del 2021 perché con la grande campagna di cui Brad Pitt è ambassador […] e l’investimento media abbiamo aiutato ad accelerare la conoscenza che i consumatori chiedevano rispetto all’ecosistema del mondo della caffetteria. Adesso conoscono il fatto che ci sono macchine che producono caffè di qualità partendo dal chicco fresco e questo per noi è stato un immenso lavoro di comunicazione […], una grande scommessa che portiamo avanti con coraggio”.