L’evento di Fairtrade è stato l’occasione per sensibilizzare il settore b2b alla sostenibilità, anche attraverso il brand awareness e tavole di discussione circa le nuove direttive UE. Queste nuove direttive prevedono che le aziende europee si dotino di strumenti per sostenere una Due Diligence, cioè l’obbligo di dichiarare chi sono i loro fornitori e che quest’ultimi rispettino i diritti umani, sociali e ambientali. L’obiettivo di questa direttiva internazionale è quello di contrastare i disequilibri su scala globale, arginando le gravi violazioni umane come lo sfruttamento del lavoro minorile, campagna che Fairtrade sta già combattendo da anni.
Come si è svolta la conferenza stampa
A prendere parola durante la conferenza stampa sono stati Giuseppe di Francesco, Presidente di Fairtrade Italia e Benedetta Frare, Responsabile Comunicazione che, dopo un discorso introduttivo e di benvenuto, hanno lasciato la parola a Marco Fasciglione, ricercatore di diritto internazione e tutela dei diritti umani. Proprio il Dr. Fasciglione ci ha raccontato meglio i termini della direttiva e i motivi che hanno convinto gli stati membri ad applicarla. Fairtrade, oltre ad occuparsi delle attività di advocacy su questi temi, si sta attrezzando per accompagnare le aziende già partner e quelle nuove nell’applicazione di questo percorso, di per sé complicato e difficoltoso sotto molti aspetti. Maija Lumme, del Centro alla Direttiva europea sulla Due Diligenge for human rights, ha spiegato nello specifico come verrà suddivisa la struttura direttiva, le norme che questo percorso socio-commerciale prevede e i settori che verranno maggiormente interrogati circa le loro policy su fornitori e produttori di materie prime.
Sono seguiti gli interventi di Greta Gubellini, agronoma di Alce Nero –in partnership con Fairtrade dal 2022- e diverse realtà aziendali oggi protagoniste di sostenibilità: Carlotta Trombetta con Costadoro, Sara Agostoni di Icam e Laura Fiorini di Lidl. Le tre Manager si sono confrontate riguardo il tema della sostenibilità per le grandi aziende e hanno parlato dei rispettivi percorsi di crescita nella ricerca di un’economia più ecosostenibile ed equa. La tavola rotonda ha messo in luce quali strategie le aziende possono utilizzare per entrare a far parte di un mercato più corretto da un punto di vista umanitario ed è stato un bel punto di partenza per raccontare meglio il primo Bilancio Sociale di Fairtrade e l’istituzione del prezzo minimo.
Il Bilancio Sociale e l’istituzione di un nuovo prezzo minimo
Il Bilancio Sociale è lo strumento di rendicontazione delle responsabilità, dei comportamenti e dei risultati sociali, oltre che economici, delle attività che Fairtrade ha svolto nell’anno 2022. È un lavoro minuzioso, naturalmente a più mani, che ricerca tutti i dati, numeri e risultati riportati nell’anno scorso. Per l’organizzazione questo bilancio è un risultato importante, perché permette a Fairtrade di qualificarsi come Impresa Sociale e di rimanere impegnata sui temi di giustizia sociale e ambientale. In merito, noi abbiamo intervistato Giulia Camparsi e Monica Falezza.
“Qual è il significato di questo evento per Fairtrade e quali sono state le chiave di comunicazione utilizzate?”
“Presentare i nostri risultati annuali (positivi) di fronte ai partner è stato fonte di grande orgoglio […] Quest’anno l’incontro era particolarmente speciale perché abbiamo presentato il nostro primo bilancio sociale, ovvero un documento in cui, con grande trasparenza, descriviamo tutti gli aspetti della nostra attività […] Durante l’incontro abbiamo cercato di lasciare il più possibile spazio alle collaborazioni realizzate insieme ai partner: Fairtrade esiste grazie a quanti credono nei nostri valori e condividono con noi progetti ed iniziative: dal lancio di nuovi prodotti fino alle sperimentazioni sul campo.
“Il nuovo prezzo minimo istituito da Fairtrade: che cos’è?”
“Il Prezzo Minimo è uno degli strumenti che da sempre vengono utilizzati da Fairtrade per promuovere lo sviluppo degli agricoltori in Asia, Africa e America Latina. Il Prezzo minimo è un prezzo fisso, indipendente dalle fluttuazioni della borsa, che viene assicurato agli agricoltori per la vendita del loro prodotto e che funge da rete di salvataggio nel caso in cui il prezzo di mercato sia troppo basso […] I nuovi prezzi Fairtrade, in vigore da agosto 2023, accresceranno il prezzo attuale rispettivamente del 19% e del 29% per il caffè Robusta e Arabica. Questo permetterà agli agricoltori di affrontare meglio situazioni di emergenza, come quelle legate al cambiamento climatico, che sono sempre più frequenti e che mettono sempre più a rischio la possibilità di coltivare. La crisi da COVID-19 e l’aumento dei costi dovuti all’inflazione negli ultimi due anni hanno aggravato”.

“Il nuovo prezzo minimo è stato stabilito di recente ma per istituirlo è stato necessario un lavoro lungo e di gruppo. Quali sono gli step e i passaggi che avete seguito?”
“Per tutti i prodotti Fairtrade per i quali esiste un Prezzo minimo, il comitato per gli Standard Fairtrade insieme a tutti i più rilevanti stakeholder, conduce delle revisioni periodiche sui prezzi […] Per arrivare al nuovo Prezzo Minimo, Fairtrade ha condotto un’analisi dei costi di produzione e un processo di consultazione di tre mesi con le principali parti interessate. Più di 540 partecipanti – l’86% dei quali erano agricoltori – provenienti da 40 Paesi hanno fornito input fondamentali che hanno portato alla proposta di Fairtrade al Comitato per gli Standard, e alla decisione finale di aumentare il Prezzo Minimo”.
“Quali sono le prospettive future che il prezzo minimo s’impone di migliorare?”
“I nuovi prezzi minimi forniranno ai coltivatori un significativo supporto in tempi di fluttuazioni selvagge del mercato, e permetteranno di affrontare meglio situazioni emergenziali come l’aumento dell’inflazione nei Paesi d’origine. […] Numerosi studi purtroppo descrivono scenari molto preoccupanti per il futuro delle coltivazioni di caffè in connessione ai cambiamenti climatici: l’ultimo è uscito qualche settimana fa e riguarda le produzioni in Etiopia. […] Anche un portale lanciato lo scorso gennaio da Fairtrade, contiene la mappa dei rischi relativi alla produzione del caffè oggi: dal reddito degli agricoltori, al cambiamento climatico, ai diritti delle donne e dei bambini (purtroppo il lavoro minorile è ancora ampiamente diffuso in 17 dei paesi in cui avviene la coltivazione di caffè)”.

“Chi trae vantaggio da questo prezzo minimo?”
Il prezzo maggiorato andrà direttamente alle organizzazioni dei coltivatori che ne beneficeranno per le vendite a partire da agosto.