L’Antico Caffè Greco di via dei Condotti a Roma, al centro del dibattito nel corso dell’ultimo mese, ha evitato la chiusura dopo la scadenza prevista per lo sfratto il 22 giugno. Si è svolto un incontro tra i proprietari dell’immobile, l’Ospedale Israelitico di Roma, e i proprietari e gestori del caffè, Flavia Iozzi e Carlo Pellegrini, rispettivamente socia al cento per cento della srl Antico Caffè Greco e il presidente del Consiglio di amministrazione della stessa, per risolvere il contenzioso in corso dal 2017. Iozzi e Pellegrini rivendicano di essere proprietari della licenza originale protetta e sottoposta a vincoli dal Ministero dei Beni Culturali. L’incontro, convocato dal sottosegretario del ministero della Cultura Vittorio Sgarbi, ha l’obiettivo di trovare una soluzione e stabilire un giusto canone da versare all’Ospedale Israelitico per mantenere aperto il locale storico.
“Il tentativo di chiudere l’Antico Caffè Greco è una illogica ingiustizia nei confronti nostri, di tutti i cittadini romani e di tutti i visitatori che da ogni parte del Mondo amano e difendono la cultura. In più, cosa più grave, pensare che in Via Condotti 86 non ci sia più il Caffè Greco, è un pericoloso precedente che può portare alla chiusura di tanti altri locali storici italiani.” Afferma Carlo Pellegrini, Presidente del CdA dell’ Antico Caffè Greco srl, contro l’ennesimo rifiuto da parte del proprietario delle mura del locale di Via Condotti ad una mediazione presso il Ministero della Cultura il 5 luglio scorso.
Pellegrini ha chiarito che il Caffè Greco è protetto da un Decreto Ministeriale emanato nel 1953, che lo dichiara di “interesse particolarmente importante”, stabilendo che l’immobile è di proprietà dell’Ospedale Israelitico e la licenza d’esercizio e i beni mobili appartengono all’Antico Caffè Greco srl. Questi vincoli sono stati stabiliti per proteggere il caffè da speculazioni e sono riconosciuti nei registri pubblici come Conservatoria e Registro delle Imprese.

Nonostante la Corte d’Appello abbia invitato le parti a trovare un accordo e nonostante gli sforzi mediatori del Sottosegretario alla Cultura, i proprietari delle mura si sono dimostrati inflessibili. Pellegrini ha sottolineato che il Caffè Greco non può essere spostato da Via Condotti 86, come chiarito dall’Avvocatura dello Stato. Al contrario, si deve stabilire un giusto canone che l’Antico Caffè Greco srl pagherà all’Ospedale Israelitico come indennizzo.
Fondato nel 1760 da Nicola della Maddalena, il Caffè Greco è un’icona culturale, testimone di incontri e dibattiti tra scrittori e artisti di fama mondiale. I visitatori possono ammirare oltre trecento opere d’arte e immergersi in un’atmosfera che ha conservato la sua autenticità e si è arricchita di nuove esperienze nel corso dei secoli.
La resistenza per salvare il Caffè Greco è diventata una missione civica. La sua notorietà consolidata nel corso dei secoli, derivata dal Grand Tour e alimentata dal flusso ininterrotto di turisti, testimonia il valore immateriale, culturale e umano che questo luogo rappresenta. I visitatori possono gustare prodotti tradizionali della pasticceria italiana e portare a casa una tazzina decorata, simbolo riconosciuto in tutto il mondo.
Pellegrini ha concluso invitando tutti a non essere indifferenti all’appello che il Caffè Greco rappresenta, soprattutto nell’era dei social media che rischiano di cancellare la sua memoria. Preservare questa testimonianza inestimabile è una responsabilità morale che appartiene a ogni cittadino e visitatore che desidera immergersi nella storia, nella cultura e nel fascino di questo luogo unico.