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Tutto quello che c’è da sapere sul caffè freddo, bevanda a quattro stagioni

Il caffè estratto a freddo è una bevanda che piace soprattutto d’estate, ma non solo. Non si tratta solamente di un fenomeno di nicchia riservato a chi si occupa di specialty coffe, ma è un vero e proprio trend globale. Naturalmente, parametri di estrazione che servono per preparare un buon caffè freddo sono diversi rispetto a quelli del caffè caldo.

La bevanda del caffè freddo nasce, contrariamente a quanto si possa immaginare, per essere estratta e preparata con acqua calda: originariamente il caffè freddo, infatti, veniva sempre estratto a caldo e poi raffreddato. In Italia, patria storica della convinzione che le cose lente sono quelle più buone (siamo tutti memori dei consigli della nonna che diceva che le cose, se avvengono con lentezza, sono migliori), i metodi di estrazione più utilizzati sono la moka e la napoletana, almeno per quanto riguarda il consumo domestico, l’espresso per il consumo al bar. Certo, c’è anche la tendenza sempre più apprezzata all’uso del mono porzionato, sia a casa sia in ufficio, sta di fatto che se prendessimo ad esempio dieci famiglie potremmo costatare che almeno sette di queste possiedono una macchinetta per le cialde o capsule, ma probabilemnte tutte e dieci hanno una moka infilata da qualche parte sopra il lavandino. Da tutte queste quindi si possono  “iced coffee” o shakerate con una semplice aggiunta di ghiaccio. Con risultati però non sempre molto bilanciati, tanto chè è prassi aggiungervi anche dello sciroppo di zucchero.

Esiste però una categoria di metodi di estrazione differente, detta “cold coffee”.

L’estrazione a freddo

Questo metodo di estrazione richiede l’utilizzo di un’acqua a temperatura ambiente o fredda (di solito – 4°C). Questo metodo si scinde a sua volta in due macro categorie, cold drip e cold brew. La prima procedura prevede che l’acqua fredda venga dispensata sulla porzione di caffè tostato, goccia dopo goccia, proprio nel vero senso della parola. Una goccia al secondo, per un lasso di tempo che può durare dalle cinque alle otto ore. Sempre per la filosofia che le cose lente sono considerate, almeno dal popolo italiano, le più gustose. Il cold brew è invece un metodo a infusione che mette a contatto il macinato con l’acqua all’interno di un recipiente. Si attende poi un tempo che può durare fino a 24 ore e si procede con la filtrazione.  Insomma, il caffè freddo è un piacere estivo da preparare e gustare il giorno dopo.

caffe freddo bevanda a quattro stagioni

Tutte le caratteristiche del caffè freddo

Il cold coffee è una bevanda che ha delle peculiarità sensoriali molto diverse rispetto a quelle del caffè bevuto caldo. Per preparare un caffè estratto a freddo è importante utilizzare un buon caffè tostato: la tostatura adatts di solito è leggermente più scura rispetto a un caffè filtro, perché i chicchi tostati devono stare a contatto con l’acqua per molto. Allo stesso tempo deve essere più chiara rispetto a quella prevista per espresso e in ogni caso priva di oli in superficie. In generale, le tipologie di caffè che meglio si prestano ad essere estratte a freddo appartengono
alla specie Arabica, perché più complessa e tendente al dolce. Per andare sul sicuro molti caffè africani, lavati e naturali,  sono una buona base da cui partire per preparare bevande estratte a freddo. 

Come preparare un cold coffee

Le ricette per la preparazione del caffè freddo devono rispettare alcuni parametri fondamentali. Non che il caffè caldo sia invece un’attività da fare un po’ come viene, ma il caffè freddo richiede un’attenzione particolare ai dettagli. Ovviamente vale la regola sacra di ogni estrazione per cui la macinatura deve essere fatta al momento. Macinare i chicchi in modo anche piuttosto grossolano è il segreto per ottenere un ottimo caffè freddo. Se i chicchi vengono macinati troppo fini il caffè freddo risulterà molto più denso (non stiamo dicendo che fare un caffè denso sia un crimine, semplicemente non è una buona ricetta per l’estrazione a freddo). A meno che non piaccia il caffè più deciso, ma qui si entra nella sfera dei gusti personali. Normalmente, per un caffè più concentrato, più che sulla macinatura, si andrà a giocare con la dose, quindi più dose di caffè a parità di acqua. Questa è una scelta che si fa in miscelazione per esempio, sapendo che la bevanda andrà diluita con il ghiaccio. Proprio l’esplosione della moda di utilizzare il cold brew e cold drip come ingrediente per la preparazione di cocktail ha reso questo tipo di estrazione adatto a tutte le stagioni, non solo quella estiva. Sono molte le varianti possibili infatti da utlizzare per personalizzare i propri drink con una punta aromatica al caffè.

Una ricetta da cui partire

Per la preparazione di una bevanda pronta da bere è possibile usare una ricetta che prevede l’utilizzo di 40g di caffè macinato grossolanamente in 600ml di acqua per un tempo di infusione di massimo 17 ore a temperatura ambiente o a 4°C in frigorifero. Se invece vorreste ottenere una bevanda più concentrata, adatta per la preparazione  di drink o da diluire con sciroppi e latte, potete aggiungere 10 o 20 grammi. In questo caso si sfrutta il tempo di estrazione piuttosto lungo per preparare una bevanda più concentrata, che con la diluizione vi permetterà di ottnere un volume maggiore.